TTT#4: Train The Trainer, quarto incontro

Professione Team Builder – Giornate Train The Trainer

Un altro lunedì è arrivato, è tempo di Train The Trainer! Quel momento del mese che tutti aspettavamo è finalmente qui. Ben un quarto d’ora prima del solito, alle 8.45, già tutti eravamo al bar pronti per la colazione. Caffè e cornetto sono necessari per rallegrarsi in una mattinata grigia e piovosa come questa.

La tribù di TeamWorking.

Nuovo giorno nuova avventura! Anche questa volta, le attività che avevamo in mente di fare erano svariate. Abbiamo iniziato spiegando ai TeamBuilder novellini, appena arrivati, chi è e cosa fa TeamWorking, cercando di rispondere ad ogni loro domanda e chiarendo ogni dubbio.

Abbiamo proseguito con i soliti minuti di IceBreaking al fine di mettere tutti a proprio agio. Questa volta abbiamo rotto il ghiaccio raccontando il nostro weekend e parlando, nello specifico, di un’esperienza che ci ha fatto stare particolarmente bene. Abbiamo poi continuato camminando in giro per la stanza e augurandoci reciprocamente un buon inizio settimana. Tutto questo ci ha permesso di osservarci a vicenda e di imparare a conoscerci, due azioni importanti e utili anche in vista del decalogo del Master Trainer, un rituale nel quale vengono elencate e spiegate le dieci regole principali per chi vuole diventare un trainer, o TeamBuilder, in grado di gestire in completa autonomia qualsiasi tipo di evento di Team Building.

Decalogo del Master Trainer: di cosa si tratta?

Bastano poche regole scritte di getto per riordinare i pensieri e le idee dei trainer. Eccone alcune delle dieci da cui prende spunto ogni Master Trainer di TeamWorking che si rispetti: essere sempre pronti ad ogni evenienza valutando in anticipo la situazione e la location dell’evento, saper osservare i partecipanti in anticipo in modo da prevedere ogni loro mossa o intenzione, essere consapevoli della propria responsabilità riguardo l’evento e per questo informarsi per tempo su ogni minimo particolare, non sbilanciarsi mai in commenti o critiche perché il nemico è sempre in agguato e saper dare il giusto nome agli strumenti che vengono utilizzati durante gli eventi. Leggere ad ogni incontro il decalogo del Master Trainer è diventato il rituale della tribù di TeamWorking. Come un mantra, le dieci regole devono entrare nella testa di ognuno e non uscirne più.

Big news!

Materiali necessari per l’attività EcoPaper.

Numerose grandi novità ci hanno atteso per questo Train The Trainer! Abbiamo avuto svariate proposte di nuovi format di Team Building e una di queste è stata la proposta di un artista, Ivo, di fare la carta riciclata. Come avevamo già anticipato su tutti i nostri social (Instagram, Facebook e LinkedIn), abbiamo sperimentato un modo per creare della nuova carta utilizzando quella che sarebbe altrimenti finita nel bidone della spazzatura. Un modo, questo, sia per divertirci con un materiale che ci ritroviamo ogni giorno sotto al naso, soprattutto se lavoriamo in un ufficio, sia per avere a che fare con qualcosa di completamente ecologico e, grazie a questo, riflettere su quanto sia importante l’ambiente che ci circonda. L’abbiamo chiamata EcoPaper.

EcoPaper

Per questa attività non occorrono tanti materiali e i passaggi sono molto semplici infatti, una volta ascoltata la spiegazione, si è in grado di riprodurla fin da subito tranquillamente anche da soli.

  1. Lasciamo i fogli ad asciugare e aspettiamo.

    Il primo passaggio, dopo aver raccolto la carta da utilizzare, è farla a pezzettini e metterla ammollo nell’acqua per farla sciogliere. Forse il processo più lungo e noioso, per questo noi ci siamo mossi con anticipo e abbiamo portato delle bottiglie contenenti i pezzetti di carta sciolti già pronte. (Un po’ come nelle trasmissioni televisive di cucina, quando dopo aver mescolato tutti gli ingredienti viene tirata fuori dal forno una torta che era già stata preparata in precedenza!)

  2. Il secondo passaggio consiste nel prendere delle bacinelle piene d’acqua, buttarci dentro la carta sciolta e mescolare con la mano, poi, prendere un mini-telaio costruito ad hoc e raccoglierci sopra i pezzi di carta molle, lasciando scolare l’acqua, un po’ come fosse un setaccio.
  3. Il terzo passaggio, successivamente, consiste nel ripulire i bordi del setaccio per dare una forma il più rettangolare possibile al nostro foglio di carta e rovesciarlo su un piano. Infine, con una spugnetta, picchiettiamo il retro del telaio per raccogliere ed eliminare l’acqua in eccesso di modo che la carta si asciughi il più rapidamente possibile.

Ecco, adesso non ci resta altro da fare se non aspettare che si asciughi!

Quello che rende l’attività ancora più creativa, però, è che al nostro foglio di carta possiamo aggiungere colori o fiori, spezie o foglie, in modo che diventi il più originale e unico possibile. Divisi in gruppi, ci siamo tutti sbizzarriti a creare carta colorata, immaginando le forme e i colori più disparati.

Guarda qui il video!

Lego storytelling

La seconda proposta di attività di Team Building del giorno è stata quella di Giuliana, a sua volta scoperta da Pino all’evento Play14, ovvero lo storytelling con i lego. Un’esperienza nuova che ha unito l’attività di storytelling con quella di lego engineering. L’altra volta siamo tornati bambini con i geomag, questa volta, invece, lo abbiamo fatto con i lego. Siamo sì tornati bambini, ma abbiamo anche imparato molto. Per il lego storytelling ci siamo divisi in due team da cinque persone ciascuno e ci siamo seduti attorno a due tavoli. Ognuno di questi gruppi doveva inventarsi una storia utilizzando i suoi elementi principali: l’ambientazione, i personaggi e un oggetto speciale che sarebbe poi servito a qualcosa o che avrebbe rappresentato una svolta per il racconto.

Le costruzioni dei due team che si uniscono in un’unica storia.

Una volta decisa la trama, poi, con i pezzetti di lego bisognava renderla concreta e spiegarla all’altra squadra al meglio possibile. Per la seconda parte di attività, le due squadre si sono dovute scambiare gli oggetti speciali delle loro storie con lo scopo di inserirli nella propria, cercando di mantenere il più possibile la coerenza.

Ma non è finita qui! Dopo aver implementato le storie con gli oggetti altrui, la parte più difficile è stata l’ultima, ovvero dover unire i due racconti in uno unico, avendo a disposizione soli 5 minuti e cercando di non tralasciare, comunque, l’uniformità e la consequenzialità della narrazione.

Lego storytelling: cosa ci portiamo a casa?

La cosa che ha colpito un po’ tutti e che è venuta fuori al momento del debriefing è stata il fatto che, seppur in così poco tempo, siamo riusciti a far uscire le nostre idee, senza che qualcuno prevaricasse sugli altri. L’avere un tempo limitato, anzi, ha dato modo alla squadra di unirsi per trovare una rapida soluzione tutti insieme, senza doverci ragionare troppo sopra. L’improvvisazione ha reso l’esperienza più dinamica e ha permesso una comunicazione più rapida all’interno della squadra stessa. Per riassumere, quindi, questa attività è da considerarsi allo stesso tempo ludica e formativa.

Ma in che senso ludica e formativa?

Ludica perché si parla di “giocare” con dei Lego, cosa che tutti noi abbiamo fatto da bambini, e forse qualcuno continua tutt’ora a fare, e che ci dà la possibilità di sperimentare e immaginare cose che non sono facilmente rappresentabili. Formativa, invece, perché in questo caso il “gioco” dei Lego è legato ad un’altra attività fortemente stimolante, quale lo storytelling, che ci permette di ampliare la nostra visione e fare dei ragionamenti che ci portino fuori da quella che è la nostra razionalità.

Yoga della risata

L’ultima delle Team Building news è stata lo yoga della risata, proposto da Jessica. Dopo il pranzo, momento di svago e allo stesso tempo di aggregazione, Jessica ci ha risvegliato dalla siesta con la sua attività fuori dal comune. Spesso non ci rendiamo conto di come la nostra giornata potrebbe cambiare se solo ridessimo un po’ di più. Ecco invece che con questa attività ce ne siamo resi conto eccome!

Che cos’è lo yoga della risata?

Nel nome c’è la parola yoga eppure ha poco a che vedere con posizioni strane e meditazione. Con questa attività si allenano muscoli che nemmeno ci si rendeva conto di avere, come ad esempio le guance, e la respirazione, regolando l’espirazione e l’inspirazione e imparando, simultaneamente, ad utilizzare il diaframma. Ridere fa bene! È una cosa che ci si dice spesso, eppure secondo degli studi che sono stati fatti, ridere fa bene solo se fatto per un tempo prolungato, di almeno cinque minuti.

Sempre grazie a questa attività abbiamo scoperto anche che i benefici dati dalla risata si ottengono sia qualora questa sia spontanea o sia finta. Il corpo non distingue tra finzione e realtà e libera comunque tutti quegli ormoni che ci fanno sentire meglio quando siamo felici.

È un’attività fuori dal comune che, all’inizio, può persino spaventare e mettere a disagio i partecipanti. Non siamo abituati a ridere di gusto, soprattutto perché nella società in cui viviamo è spesso considerato fuori luogo. Allo stesso tempo, però, prima di giudicare bisogna provare. Non capita spesso di potersi mettere in gioco e uscire dalla propria comfort zone, quindi questa è stata un’ottima opportunità per capire molto di più su noi stessi.

Super quiz!

L’ultima attività della giornata è stata il Quizzone. Prima di cominciare abbiamo spiegato a tutti i futuri Master Trainer come si utilizzano le attrezzature e come si collegano i cavi per essere pronti ad un eventuale evento di Team Building. Poi, come dei bravi tester, abbiamo collaudato su noi stessi il funzionamento dell’attività.

 

Il gioco era strutturato con una ventina di domande con quattro possibili risposte ciascuna. Tutte le domande riguardavano TeamWorking, le sue attività e i suoi valori come azienda di team building. Al segnale di “via”, uno per squadra doveva correre verso il pulsante dello stesso colore della squadra, rosso, blu o giallo, e premerlo prima degli altri. Alla partenza, il corridore partiva già con un foglietto con sopra scritta la lettera della presunta risposta giusta, di modo che questa non potesse venire cambiata una volta premuto il buzz e ascoltando le risposte sbagliate dagli altri. Chi per primo dà la risposta giusta, ovviamente, vince.

Una cosa da notare bene è che in questo gioco le risposte giuste valgono 5 punti mentre quelle sbagliate -3. Meglio, quindi, ragionare con la propria squadra prima di partire in quarta e dare una risposta sbagliata. In ogni caso, tra domande, sorprese e simpatici premi, Super Quiz è il format che porta energia e divertimento in ogni team!

Debriefing finale come i veri Master Trainer: come usciamo da questa esperienza?

Nuove attività e nuove conoscenze sono solo due delle cose che abbiamo ottenuto da questa giornata. È stata, infatti, anche un’opportunità per migliorarsi e imparare ad avere a che fare con un pubblico e un’esperienza di arricchimento personale volta al fine di un miglioramento ai livelli di crescita e di sviluppo.

È importante, nelle giornate Train The Trainer come queste, essere il più duri e severi possibile di modo da preparare i futuri Master Trainer ad ogni possibile evenienza. Bisogna essere sempre pronti perché, come dicevamo nel decalogo del Master Trainer, in ogni evento di Team Building “il nemico è sempre in agguato“.