TTT #3: Train The Trainer, terza giornata insieme

Professione Team Builder – Giornate Train The Trainer

Il primo mese di questo promettente 2020 è già passato, ci ritroviamo quasi a metà febbraio con ancora tutta la carica, pronti a superare i giorni di festa del carnevale e gli eventi che seguiranno con gioia ed entusiasmo. Le giornate si allungano sempre di più e il freddo sembra che sia già stato surclassato da un bel sole primaverile.

Uno degli obiettivi che ci eravamo posti alla fine del 2019 era quello di creare, con l’arrivo del nuovo anno, delle giornate riservate ai trainer. Prenderci del tempo per staccare dal solito lavoro d’ufficio per poterci dedicare completamente allo stare insieme e al condividere idee e opinioni, al fine di arrivare a formare non solo dei trainer, ma dei veri e propri Master Trainer: ovvero persone capaci di gestire da sole la maggior parte degli eventi di Team Building.

Train the trainer: chi allena gli allenatori?

Da noi funziona così, abbiamo deciso di fissare ogni mese un paio di giornate (di solito il lunedì) in cui ci ritroviamo da qualche parte: se non siamo troppi ce ne stiamo tranquilli in ufficio, altrimenti occupiamo qualche bar. Quanta gente sarà presente a questi incontri è, in realtà, sempre una sorpresa in quanto chiunque sia interessato è il benvenuto e anzi, se  vuole portare anche qualche amico propenso a fare esperienze e conoscenze nuove, ben venga!

Noi di TeamWorking diamo valore alle persone; nella nostra azienda siamo dell’idea che ogni individuo faccia la differenza e doni un notevole contributo alla costruzione della nostra mission: portare, attraverso le attività di team building, il sorriso in tutto il mondo. Allenare gli allenatori è parte fondamentale di questo progetto. Sappiamo bene che un team non può raggiungere gli obiettivi prefissati se i suoi componenti non viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda, ed ecco infatti il motivo per cui utilizziamo queste giornate: cerchiamo di allineare tutti coloro che lavorano o che vorranno lavorare con noi.

Come si svolge la giornata? Quali sono le attività?

Lunedì 3 febbraio, alle ore 9:00 in punto, eravamo tutti pronti per iniziare. Come sempre, la prima attività indispensabile da fare è l’Ice Breaking. Cominciare con l’ice breaking è stata l’idea migliore, sia per far sciogliere i partecipanti, sia perché l’attività è stata una lezione in sé. È stata la dimostrazione per tutti i trainer presenti che anche agli eventi di team building aziendali, per alleviare la timidezza e far interagire tra loro i partecipanti, la prima cosa da fare è sempre rompere il ghiaccio.

Per farlo, quindi, ci siamo messi in cerchio e abbiamo lavorato per prima cosa sull’ascolto e sulla comunicazione: tutto questo solo con l’utilizzo di una palla! Lanciandoci una palla con delle domande scritte sopra, infatti, abbiamo dovuto formulare brevemente delle risposte e raccontare un po’ di noi. La seconda parte, invece, è stata dividerci a coppie e raccontarci a vicenda, utilizzando un solo minuto, un episodio della nostra vita che ci è rimasto impresso. La difficoltà stava nel cercare di essere il più sintetici possibile ma allo stesso tempo non omettere dettagli importanti e rendere il nostro racconto interessante per l’altro. Lo scopo era quello di comprendere come in un minuto, pur essendo un tempo brevissimo, si possono riuscire a dire tante cose, pensando in anticipo a cosa dire e avendo una buona capacità di organizzare le idee.

La mattinata è proseguita con un’ultima attività di conoscenza reciproca. Su ogni carta di un mazzo da poker avevamo attaccato un adesivo con una domanda personale, del genere “Quand’è stata l’ultima volta che hai pianto?” o “Hai buoni rapporti con la tua famiglia?“, e poi, scambiandoci le carte tra noi, abbiamo dovuto rispondere il più sinceramente possibile. Un modo alternativo di conoscere i nostri compagni di lavoro.

E poi, una volta rotto il ghiaccio?

Tra una chiacchiera e l’altra, è arrivata l’ora del pranzo. Approfittando del buffet gentilmente offerto, abbiamo speso quell’oretta di pausa per continuare a conoscerci sempre più approfonditamente. Seduti ai tavoli abbiamo parlato della nostra vita, dei nostri hobby e delle nostre passioni. Anche in pochi semplici minuti siamo riusciti ad imparare cose nuove e a trasmettere nuove conoscenze agli altri.

Post pranzo, per prendere un po’ d’aria, sgranchirci le gambe e rinfrescarci la mente prima di tornare all’opera ragionando sul Teamworking, abbiamo fatto un salto al parco. Disposti in cerchio, abbiamo lavorato sulla fiducia e ancora sull’ascolto reciproco, valori fondamentali per la costruzione di una squadra vincente. Ci siamo presi tutti per mano e abbiamo provato a lasciarci andare, come se stessimo cadendo all’indietro. La fiducia che abbiamo riposto nella stretta di mano con i nostri vicini ci ha permesso di non sbilanciare il cerchio e di rimanere in piedi.

Ritornati al punto di partenza, dentro al bar che abbiamo colonizzato, le due attività forse più coinvolgenti della giornata sono state la costruzione con i geomag e la costruzione di una torre di carta in quanto tutti noi abbiamo dovuto mettere in gioco le nostre idee e collaborare alla realizzazione del progetto finale.

Nostalgia: lavoriamo con i geomag

I geomag sono stati il nostro gioco del passato, da bambini ci siamo divertiti tutti ad attaccare tra loro questi piccoli bastoncini magnetici.

Ma in che modo ci sono serviti per un’attività di Train The Trainer?

Ecco, in questa giornata li abbiamo utilizzati per rappresentare i valori di TeamWorking. 

Come ben sappiamo, la nostra azienda si basa su tre valori principali, o quello che a noi piace ricordare come Modello PIR (o RIP, ma forse così suona un tantino macabro): Passione, Integrità e Responsabilità. Per questo lavoro con i geomag ci siamo divisi in due squadre, posizionate su due tavoli separati. L’obiettivo di ognuna delle squadre era quello di rappresentare al meglio possibile, prima sulla carta e poi con i geomag, uno a scelta tra questi valori. Una sfida non semplice, considerando che sono tutti e tre concetti astratti e quindi, da definizione, contrari ad una realizzazione concreta.

  

I valori che i due team hanno scelto, se non siete riusciti ad indovinarli dalle foto, sono stati la responsabilità e l’integrità. Scelte ardue da realizzare ma che hanno permesso lo sviluppo della creatività di ogni componente dei team, costretto a lasciar fluire l’immaginazione in un lungo brainstorming, al fine di rendere partecipi anche gli altri della sua visione.

E le difficoltà? Ce ne sono state?

Siccome in ogni testa passano idee diverse, trovare un punto d’incontro non è stato affatto facile. Ad ogni concetto, ognuno di noi associava immagini diverse, e questo è stato solo il primo degli ostacoli da superare. Una volta portate alla luce le differenti opinioni, poi, il secondo ostacolo è stato scegliere l’immagine più adatta a rappresentare il valore scelto. C’è stato chi ha pensato a delle mani che si stringono e chi ad una bilancia, rispettivamente volte a rappresentare la responsabilità e l’equità. Il terzo ostacolo da superare è stato portare alla concretezza, costruendo in tre dimensioni, la figura pensata e abbozzata sulla carta. Una difficoltà aggiuntiva, inoltre, è stata il materiale: ovviamente, costruire con i geomag non è come costruire con dei mattoncini di lego. La solidità è differente e le giunture date dalle palline rendevano ogni struttura completamente instabile.

È stato per questo motivo che in entrambi i team ci siamo dovuti confrontare tra noi per cambiare punto di vista. Con le complessità sotto agli occhi, sarebbe stato poco produttivo continuare ognuno per la propria strada, sapendo che si sarebbe comunque finiti con l’andare a sbattere contro un muro. Ognuno, quindi, ha condiviso la propria soluzione, e siamo arrivati, alla fine, a portare a termine entrambi i progetti.

Cambiare punto di vista: la torre più alta

Una volta mischiate le squadre, poi, l’altra attività a cui tutti abbiamo partecipato attivamente è stata tentare di costruire una torre di carta il più alta possibile. Le sole due indicazioni che ci sono state date sono state: 1. il poter utilizzare solo la carta come materiale e 2. che la torre da costruire fosse il più alta possibile. Entrambe le squadre, quindi, si sono messe in gioco per capire come sfidare la forza di gravità.

Insieme, ogni gruppo si è confrontato per decidere una tecnica di costruzione: si è pensato anche all’utilizzo degli origami giapponesi, ma la tecnica era forse troppo ingegnosa per poter essere portata a termine in breve tempo, così il gruppo ha dovuto ripensare ad una modalità di costruzione differente. Ecco che torna in gioco il cambiare punto di vista in relazione alla capacità di mettersi in discussione.

Costruire con la carta sembra un gioco da bambini ma, in realtà, se ci soffermiamo a riflettere attentamente, le modalità con cui è stata proposta questa attività sono molto interessanti.

Innanzitutto, le idee e i risultati prodotti con due sole indicazioni sono stati svariati e, se ci fossero state più squadre, probabilmente avrebbero potuto essere ancora più vari. Come si è visto, una squadra ha deciso di utilizzare il tavolo come base per la sua torre mentre l’altra, puntando ancora più in alto, ha deciso di farla partire dal terreno. Costruire una torre di carta, inoltre, essendo quest’ultima un materiale così fragile e sottile, può essere metafora di un lavoro che deve essere fatto con cura e attenzione.

Debriefing: cosa ci portiamo a casa?

Per prima cosa, questa giornata è stata un’opportunità per migliorarsi e imparare ad avere a che fare con un pubblico, affinando la capacità di esporre un’attività in modo chiaro ma sintetico, suscitando anche la curiosità dei presenti. L’insieme di tutte le attività, dell’Ice Breaking alle costruzioni delle torri di carta, è stata un’esperienza formativa e coinvolgente che ha saputo arricchire tutti i presenti anche attraverso la creazione di nuove connessioni e conoscenze.

Il Train The Trainer, oltre che ad essere un allenamento per tutti i trainer, quindi, è anche uno spunto per trovarsi con gli altri e imparare a fare squadra. È, inoltre, un ottimo modo per allenare la capacità di ascoltare gli altri, elemento imprescindibile nel lavoro di un gruppo e una potenzialità che tutti abbiamo ma di cui spesso egoisticamente ci dimentichiamo.