Robert B. Dilts, Leadership e visione creativa

Leadership e visione creativa

Il volume di Robert B. Dilts Leadership e visione creativa. Come creare un mondo al quale le persone desiderino appartenere è stato pubblicato per la prima volta nel 1996 e tradotto in italiano nel 1998.

Robert Dilts, Leadership e visione creativaPiù di vent’anni fa, quando Robert Dilts ebbe l’idea di scrivere questo libro, lo spirito nelle aziende era molto diverso da oggi. Il mondo stava cambiando rapidamente, e la percezione diffusa era la necessità di cambiare insieme ad esso. Diciamolo con le parole dell’autore stesso:

“A quel tempo, il vento del cambiamento soffiava con decisione nel mondo. Dai rivolgimenti del 1992 andava nascendo una nuova Europa, fondata sulla comunità economica e su un sogno di unità. L’Europa dell’Est era sull’orlo di cambiamenti ideologici ed economici epocali. Questi sviluppi drammatici erano espressione dell’emergere di un nuovo modello del mondo, processo che continua ancor oggi a investire l’intero pianeta”.

Intanto si stava diffondendo sempre di più anche un nuovo sistema di comunicazione, la World Wide Web. La comunicazione via internet, i telefoni cellulari, i nuovi media cambiano radicalmente quella che era la percezione del mondo e della personalità. Insomma:

“Questi sviluppi richiedono non soltanto di rivedere il concetto di individuo, di gruppo e di cultura, ma impongono al leader il possesso di nuove abilità di comunicazione e d interazione per rapportarsi a sistemi sempre più ampi e diversificati di persone”.

Negli anni Dilts incontra molte persone diverse, alcune delle quali incarneranno per lui le caratteristiche del leader efficace. Uno di questi è Gilles Pajou, al quale appartiene la definizione di leadership che fa da sottotitolo al libro:

“La leadership consiste nel saper creare un mondo al quale le persone desiderino appartenere”.

Programmazione neurolinguistica e Leadership

Robert DiltsLa novità introdotta da Dilts nello studio psicologico dell lavoro di gruppo consiste nell’applicazione dei concetti propri della programmazione neurolinguistica (PNL) alla leadership e al cambiamento organizzativo. In altre parole, è possibile spingere il nostro cervello a creare delle “abitudini” di leadership per produrre un effetto a lungo termine. Una volta trovato lo stato mentale ideale per esercitare la leadership in una data occasione, e ripetuto questo esercizio in occasioni successive, il nostro cervello sarà in grado di ritrovarlo autonomamente in caso di necessità. Per questo scopo Dilts formula una sequenza di azioni da compiere in “luoghi” mentali diversi, che riprenderemo in altra sede.

Leadership e visione creativa

Che cosa significano le parole di Gilles Pajou già riportate: “La leadership consiste nel saper creare un mondo al quale le persone desiderino appartenere“? Significano che la leadership riguarda l’ambito ideale, la visione, piuttosto che una programmazione specialistica precisa. Ciò deriva dai grandi cambiamenti intercorsi negli ultimi decenni nella produzione. I dipendenti di un’azienda oggi non sono semplici “lavoratori” che compiono azioni facilmente verificabili, ma esperti altamente qualificati, che hanno conoscenze e competenze che il manager stesso non può possedere, e prendono decisioni in modo autonomo.

Ora, come scrive Dilts,

“i requisiti e le abilità richieste per un esercizio efficace del management e della leadership sono, conseguentemente, divenute più elaborate e complesse.

Per essere efficaci, manager e leader non possono limitarsi a prendere decisioni e a promulgare ordini sulla sola base della posizione che rivestono nell’organigramma organizzativo. Devono invece, se vogliono realizzare in modo efficace ed efficiente i compiti e le operazioni che intendono svolgere, procurarsi la “cooperazione” e la partecipazione volontaria dei collaboratori. Per evitare il sorgere di conflitti e per assicurarsi una prestazione ottimale, i manager devono confidare sempre più sulla persuasione e sulla negoziazione e sempre meno sul comando e sulla comunicazione di direttive”.

In altre parole, la leadership efficace deve essere basata su una visione e sulla capacità di trasmetterla agli altri. Non rimane che chiederci: tutto ciò ha ancora senso oggi?

Prospettive della leadership

Senz’altro il processo individuato da Dilts non si è ancora compiuto, anzi la specializzazione dei lavoratori è sempre maggiore. Oggi si pone inoltre un problema nuovo: quello del lavoro a distanza. Ogni giorno cresce il numero di coloro che scelgono di lavorare da casa (almeno secondo questo articolo della Repubblica), e delle aziende che offrono ai propri dipendenti la possibilità di restare a casa alcuni giorni al mese lavorando via internet. La produttività non sembra scendere, perciò è probabile che l’occupazione a distanza nei prossimi anni non farà che crescere.

Qual è il problema che ciò pone all’esercizio della leadership? Ovviamente, i dipendenti che non si fanno vedere mai o quasi mai in ufficio sono più difficili da motivare e da inserire in un team di lavoro. Per questo, oggi, un leader deve imparare a interfacciarsi con loro attraverso l’internet e a sfruttare tutte le opzioni che offrono i nuovi social network per seguire il lavoro del team. Ma, ricordiamolo, la presenza fisica ha un effetto enormemente maggiore. Quindi… non trascuriamo i momenti di Team Building: sono fondamentali per lo spirito di gruppo e in definitiva per la realizzazione della mission aziendale!