Dimmi dove siedi e ti dirò che sei: team building orchestra aziendale di percussioni

Dimmi dove siedi e ti dirò chi sei

Gli organizzatori di eventi considerano, nella scelta della location, moltissimi fattori. Considerano anche, ovviamente, le dimensioni e le qualità della sala in cui si svolgerà una riunione o un evento di team building. Ma un elemento che troppo spesso rimane trascurato è la disposizione dei tavoli e delle sedie per l’evento. Eppure la “psicologia del posto a sedere” influisce fortemente sulla percezione che i partecipanti avranno della loro esperienza. Si può dire persino… “dimmi dove siedi e ti dirò chi sei“!

Cosa vogliamo comunicare?

In primo luogo, la disposizione dei posti a sedere nella sala deve rispecchiare lo scopo dell’evento. Per una riunione plenaria sarà utile una disposizione a platea, mentre per una premiazione è importante prevedere un “tappeto rosso” e un palco facilmente raggiungibile (anche, eventualmente, per persone con difficoltà fisiche). Tutt’altro accade in un evento di team building: se è movimentato, le sedie devono essere spostate verso i muri o eventualmente del tutto eliminate; possono servire invece alcuni tavoli d’appoggio. Se invece si prevedono lavori di gruppo, le sedie devono circondare i tavoli in modo da rendere facile per tutti la comunicazione all’interno del team. Insomma, conviene pensare sempre in anticipo a cosa vogliamo comunicare attraverso la disposizione dei posti!

Psicologia del posto a sedere: dimmi dove siedi e ti dirò chi sei

Un altro fattore da tenere in considerazione è la disposizione caratteriale delle persone. Proprio per questo non si parla solamente di scelte logistiche, ma di una vera e propria psicologia del posto a sedere. Ogni persona è unica e ha un proprio modo di approcciarsi agli altri. Dunque, è importante lasciare una certa libertà nella scelta del posto. Una persona estroversa e amante della partecipazione sceglierà una posizione in mezzo e ben in vista; un introverso cercherà una sedia accanto al muro, magari con un tavolino per poter prendere appunti. Costringerlo a stare in una posizione diversa non farà che peggiorare il suo umore e il suo approccio al lavoro della giornata.

Anche dal punto di vista dell’esercizio della leadership il posto a sedere può essere determinante. Chi siede a capo tavola tenderà a guidare il gruppo, mentre chi si trova seduto in un angolo poco vistoso faticherà a far sentire la propria voce. Il lavoro di gruppo sarà dunque fortemente influenzato dal modo in cui i membri del team si saranno spartiti i posti a tavola.

La disposizione perfetta per fare team building

Appare chiaro quindi che non c’è un’unica disposizione perfetta per fare team building, semmai ci sono tante opzioni da considerare. Ciò che rimane costante è il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti quanti al lavoro del team. Per questo motivo è fondamentale non creare barriere fra i partecipanti, anche fra diverse squadre concorrenti, bensì favorire l’integrazione, la condivisione degli spazi e la comunicazione libera. La disposizione migliore? Ovviamente, il cerchio! Oltre che per fare un “drum circle”, cioè un cerchio di percussioni africane, la disposizione circolare favorisce la condivisione e mette a contatto tutti quanti durante il lavoro di gruppo. Una bella metafora spaziale per il team!