Coach Carter: Qual è la tua paura più grande?

Una cosa è certa: i team di lavoro non sono tutti uguali!

Lo sapevano bene Blanchard & Hersey quando svilupparono il loro lavoro sulla Leadership Situazionale: Stili di Leadership diversi per Team di lavoro diversi.

Che cos’è la leadership situazionale?

E’ uno stile di leadership studiato e sviluppato da Kenneth Blanchard e Paul Hersey. Il termine si riferisce all’idea che è il leader, o manager, a dover adattare le sue azioni in base al livello di maturità di chi lo segue.


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Probabilmente, però, il loro modello non si riferiva ad un gruppo particolare come quello protagonista del film che segue.

Riconoscete questa scena?

La scena più emozionante del film è probabilmente quella in cui il coach ottiene da uno dei suoi allievi più ribelli, Cruz, a cui era solito chiedere “Qual è la tua paura più grande?” questa singolare forma di ringraziamento:

Qui di seguito viene riportato il testo, ripreso dalla poesia di Marianne Williamson, La nostra paura più grande, tratto da “Return to Love”.

La nostra più grande paura non è quella di essere inadeguati.

La nostra più grande paura è quella di essere potenti al di là di ogni misura.

È la nostra luce, non la nostra oscurità che più ci spaventa.

Agire da piccolo uomo non aiuta il mondo, non c’è nulla di illuminante nel rinchiudersi in sè stessi così che le persone intorno a noi si sentiranno insicure.

Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria che c’è dentro di noi, non è solo in alcuni di noi, è in tutti noi.

Se noi lasciamo la nostra luce splendere, inconsciamente diamo alle altre persone il permesso di fare lo stesso.

Appena ci liberiamo dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri.

Da che film è tratta?

locandina coach carterQuesta scena è presa dal film Coach Carter, ispirato dalla vera storia del coach Ken Carter (nel film interpretato da Samuel L. Jackson). Il film tratta il mondo del basket scolastico americano visto attraverso le gesta di un coach dai saldi principi. Coach Carter è l’ennesimo titolo che vede come tema principale il binomio sport/educazione, ripercorrendo tutti i must del genere in modo estremamente interessante e particolare.

Durante il film, al Coach spetterà il duro compito di farsi rispettare dai membri della squadra di basket della scuola Richmond, quella in cui lui stesso ha mosso i primi passi, e portare il team alla vittoria. Inflessibile educatore, Carter pretenderà dai propri giocatori risultati scolastici buoni, pena l’esclusione dalla squadra, attirandosi così addosso le ire di tutti, non solo degli allievi, ma anche di insegnanti e genitori: insomma, un’intera comunità con idee diverse su quelle che sono le scelte valoriali e i messaggi da trasmettere in termini di educazione e crescita.

Il film è stato molto discusso, come del resto la storia del coach Carter in persona, soprattutto per i metodi poco ortodossi che in alcuni casi sono stati utilizzati per rendere la comunicazione più efficace.

E quindi cosa ci lascia questo film?

I valori trasmessi in questa pellicola sono da prendere come modello sia per i team leader che per i membri del team. Il sacrificio e l’etica del lavoro sono due ingredienti chiave di questo film: sacrificarsi per gli altri e per sé stessi è la prima cosa che viene insegnata ai giocatori dal coach ed effettivamente porterà i suoi frutti rendendo la squadra imbattuta. Ma a questo va aggiunto il lavoro svolto dai ragazzi ogni giorno sia a scuola che sul campo di gioco. Come nel film, quindi, anche in contesti aziendali e nei team di lavoro possono passare questi temi importanti. Teniamoli a mente!


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Ci sono infiniti libri che trattano della leadership e del modo di gestirla, e riassumerne tutti i concetti fondamentali in poco tempo è impossibile. Ci sono, tuttavia, dei suggerimenti semplici ma allo stesso tempo estremamente utili che permettono di ottenere una buona comunicazione e leadership. È importantissimo, comunque, mettere sempre le persone in condizione di sapere che possono sbagliare e che possono non aver capito. Non sempre le attività che pensiamo sono facili da trasmettere e quindi l’ideale è usare tutta la nostra pazienza per cercare di essere più chiari possibile, ricordandoci che ognuno di noi ha chiavi comunicative diverse.