Ischia: l’Isola delle Terme. Castello Aragonese

Ischia: l’Isola delle Terme

La settimana scorsa abbiamo lasciato la nostra avventura tra le destinazioni incentive in Italia a Capri, l’isola della Dolce Vita utilizzata dai romani come residenza imperiale. Oggi, invece, rimaniamo lungo la costa partenopea e ci spostiamo un po’ più a nord, per incontrare l’arcipelago delle Isole Flegree, appartenenti all’area vulcanica dei Campi Flegrei. La più grande di queste isole è Ischia: l’Isola delle Terme, diventata negli ultimi anni un’importantissima località turistica. La teoria più probabile vuole che il nome dell’ isola derivi da “Insula Vischia”, dall’aggettivo greco “(V)ixos”, appiccicoso, in riferimento alla produzione di resina locale per l’impermeabilizzazione dei vasi vinari. Qualunque sia l’origine del nome, Ischia non è altro che il picco di un vulcano sottomarino sprofondato migliaia di anni fa: di diritto una straordinaria destinazione incentive!

La bella coppa di Nestore

Coppa di NestoreLa storia di Ischia inizia verso il 790 AC, quando incomincia a essere colonizzata dai coloni euboici da Eretria e Chalkis, come emporio per il commercio con il misterioso popolo degli Etruschi della terra ferma. Questi primi abitanti chiamarono l’isola Pithekoussai o Pithecusae, nome dall’etimologia e dall’origine incerte. Grazie alla sua posizione geografica, in poco tempo Pithecusae diventa un importantissimo centro commerciale per il commercio di ferro, vasellame e vini, già famosi in tutto il mondo antico per la loro qualità. Nel IV AC, la colonia greca cade sotto il dominio romano, per essere utilizzata come centro termale grazie alle numerose sorgenti locali di origine vulcanica, mentre nel Medioevo la sua sorte diventa inestricabilmente legata a quella di Napoli e al Regno delle Due Sicilie. A testimonianza di questa straordinaria eredità storica troviamo alcuni siti e reperti d’indiscussa importanza archeologica. Tra i tanti ricordiamo il Castello Aragonese, costruito dalla dinastia spagnola nel XV sul versante orientale, e la Coppa di Nestore, risalente al 725 AC e considerata il primo esempio scritto di poesia in lingua greca. Riportiamo di seguito l’epigramma a tre versi presenti sul reperto, un’allusione alla famosa coppa descritta nell’Iliade:

Io sono la bella coppa di Nestore, chi berrà da questa coppa subito lo prenderà il desiderio di Afrodite dalla bella corona”.

L’isola di Bargheer

Castello di IschiaCome già abbiamo visto per Capri, Ischia è uno splendido esempio d’isola mediterranea, con straordinari panorami di mare e terra senza uguali al mondo. Incredibile location per attività outdoor e gite in barca, Pithecusae è stata già notata da i più grandi pittori del mondo, che nell’ultimo secolo l’hanno utilizzata come luogo di soggiorno per trovare calma e ispirazione. Numerosi sono stati gli artisti che sono approdati sull’isola, protagonisti di un periodo di grande fermento artistico tra gli anni 30’ e gli anni 70’ del XX secolo. In quegli anni tra le stradine pitecusane potevamo incontrare i principali pittori dell’espressionismo tedesco, come Eduard Bargheer, Warner Gilles e Hans Purrmann, e artisti locali del calibro di Gino CoppaLuigi Patalano e Michele Petroni. I loro quadri ci mostrano una splendida isola dai tratti tinti e oscuri, appesantiti dall’inquietudine di noi uomini moderni. Secondo Paolo Ricci, pittore e critico d’arte, l’opera di questi maestri è stata così importante da portare alla fondazione di una scuola locale di pittura. Qualunque sia il caso, i loro dipinti sono per noi soggetti da imitare per una straordinaria esperienza artistica.

L’ispirazione nell’arte culinaria

La cultura gastronomica di Pithecusae non è forse leggendaria come la coppa di Nestore, ma estremamente ricca e importante per gli amanti dei fornelli. Ricordiamo, tra gli altri piatti, la Pasta e Fagioli con le Cozze, una variante molto particolare del tipico piatto partenopeo, il Coniglio all’Ischitana, con il sugo ideale per condire la pasta, il Pesce all’Acqua Pazza, di solito cucinato con la spigola, e il Totano Imbottito, con il sapore dolce e quello salato sapientemente fusi insieme. Tra le bevande, invece, ricordiamo il Nocillo, con la stessa ricetta del limoncello ma fatto con le noci, e gli ottimi Ischia Bianco e Ischia Rosso, dal sapore secco e leggero, degni rappresentanti della millenaria tradizione vinicola pitecusana.

La sua bellezza, la sua tradizione e la sua storia fanno di Ischia un vero e proprio paradiso naturale e artistico, e basta una breve visita per capire le sue grani potenzialità come destinazione incentive. Noi vi aspettiamo per organizzare la nostra avventura pitecusana, certi che il ricordo dell’Isola di Vischia rimarrà per sempre nella vostra memoria.